RECENSIONE: Venezia soluzione estrema di Giancarlo Bosini

Cari sognatori, eccovi un giallo made in Italy nato dalla penna arguta di Giancarlo Bosini, edito Macchione Editore!

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GENERE: giallo, thriller
DATA DI USCITA: 5 novembre 2020

Cartaceo 

Venezia, ultimi decenni del Novecento. Dopo aver accettato di lavorare alla trasformazione del monumentale Mulino Mendel in un esclusivo complesso alberghiero, l’architetto Luigi Bellotti scopre che esiste una trama segreta per affossare l’operazione e che inoltre tra le mura del Mulino si celano molti enigmi irrisolti. Un quadro reso ancora più cupo da un omicidio e da alcuni versi profetici di Nostradamus, che sembrerebbero confermare l’esistenza di una misteriosa maledizione. Dopo un incidente sospetto, dal quale si salverà per puro caso, Bellotti intraprende con tenacia un viaggio tra presente e passato che lo condurrà ai fatti lontani in cui tutto ha avuto origine, portando in superficie verità occultate da anni. Una storia liberamente ispirata alle vicende del Mulino Stucky di Venezia, oggi Grand Hotel di una famosa catena alberghiera.

“Mentre percorro le Zattere, i profumi del mare colpiscono i miei sensi.
Ascolto i rumori; lo sciacquio cadenzato del mare contro le barche, le voci dei passanti, le radio accese in qualche casa vicina…”

C’è un mulino a Venezia chiamato mulino Mendel, legato oramai ad una antica leggenda che lo ritiene maledetto, anche se in passato era una delle  più importanti strutture industriali della città.
Grazie alla posizione strategica che occupava, trovandosi nei pressi del canale della giudecca, vi era un buon trasporto delle merci che avveniva per via mare.

L’architetto Bellotti un giorno viene convocato per apportare una trasformazione su questo mulino per renderlo un complesso alberghiero. Con l’inizio di tutti i sopralluoghi del caso, un po’ per volta viene a conoscenza del passato di questa struttura. Infatti pare che il suo proprietario, Carlo Alberto Mendel, in tempo addietro sia stato assassinato proprio lì e da quel preciso momento il mulino prende la leggenda di portare sventure a chi entra in suo contatto.

La storia di questo romanzo si è ispirata alle vicende del Mulino Stucky di Venezia che oggi, per l’appunto, è un Grand Hotel.
È un libro molto veloce da leggere poiché la suspense è al punto giusto tanto da tenere sempre molto alta l’attenzione. La trama è affascinante ed intreccia molto bene i fatti emersi da un quadro dove sembra essere rappresentato un omicidio, intravedendosi all’interno il presunto assassino; e il ritrovamento di alcune quartine che sembrano essere state scritte da Nostradamus. Tutto questo, contornato da uno studio approfondito su Nostradamus ed i suoi scritti, regalano al romanzo una nota di esoterismo se non anche di affascinazione.

Anche un po’ tutti i personaggi che accompagnano il protagonista hanno una nota di un qualcosa di affascinante, come ad esempio la bella Isabella, una giornalista che lo affiancherà nella risoluzione di chi sia il vero assassino; oppure anche della figura del giovane Benjamin, un bambino con un passato triste oramai adottato da tutta la comunità.
Ed è proprio questo bambino che lo guiderà attraverso i posti e le stradine di Venezia, che gli farà conoscere il passato di quei luoghi e con tutte le leggende che si porta dietro: come  Ca’Dario o anche le piazze al sestiere di Dorsoduro.

Attraverso questa storia riusciamo ad assaporare anche un po’ di quella che è la cultura di questa città facendo trapelare tutto ciò che l’avvolge: bellezza e mistero.

“Le osterie qui da noi sono il simbolo dei mescolamenti culturali e sociali tipici del porto di mare, il luogo migliore per incontri e chiacchiere, un intreccio di relazioni che spesso si concludono in modo alquanto intimo, grazie al vino rosso della casa…”

È un libro consigliato a molti, è relativamente breve quindi può regalare un piccolo stacco fatto di intrighi, passati da riscoprire ma non solo riguardanti Venezia ed il suo mulino Mendel ma anche del protagonista stesso, che abilmente ci terrà all’oscuro di un suo passato che continuamente è presente e di cui non si riesce a liberare, per poi rivelarcelo solo verso la fine delle pagine.

Il passato che attanaglia il protagonista ci viene rivelato da lui quasi come una doccia fredda lasciando nel lettore una nota di nostalgia ma dove ne restiamo anche fortemente ammaliati, forse proprio dal modo in cui il tutto viene svolto; questi d’altronde sono i stessi sentimenti che ci accompagnano per tutta la lettura, che si adattano perfettamente all’ambiente ed a tutta la storia descritta.

“L’ultimo giorno è sempre stato per me un momento di transizione, un momento in cui avverto una nostalgica malinconia, mista a curiosità per ciò che farò, per i miei progetti, per le emozioni che il destino mi vorrà far provare ancora.
Il tempo scorre, a ogni ora il conto dei minuti ricomincia, così come ogni giorno ricomincia il conto delle ore, coi giorni che diventano mesi e i mesi che diventano anni; mi chiedo quale sia il segreto per non perdere inutilmente nessuno dei nostri giorni.”

Ottima lettura! 🙂

Nancy
(Recensionista Sognare)


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