REVIEW PARTY: I giorni del ferro e del sangue (trilogia, vol.1) di Santi Laganà

Cari sognatori, vi presentiamo l’inteso, storico romanzo di Santi Laganà, edito Mondadori!!!

SERIE: trilogia, vol.1
GENERE: narrativa, storico
DATA DI USCITA: 16 giugno 2020

Ebook / Cartaceo

Patrimonio di San Pietro, 960 d.C.

Sul trono papale siede un adolescente perverso e corrotto, ciò che resta dell’Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni.
Anna è una contadina di quindici anni che conduce un’esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l’ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell’ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze.
Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall’oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall’aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di Roma.

Ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra Storia, I giorni del ferro e del sangue è un affresco senza filtri né retorica di un’epoca brutale quanto affascinante, ma anche la straordinaria parabola di una memorabile protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.

Nel 960 d.C. tutta Roma cade in uno stato di miseria e di corruzione.
Sul trono papale vi troviamo un giovanissimo ragazzo di nome Giovanni, viziato e capriccioso, attirato molto più dai piaceri della carne che da quelli dello spirito… e questo suo temperamento porta ad un malcontento generale.
A  pagarne di più per questa situazione di degrado sono le campagne confinanti dove i “rozzi villani” ricevono delle gravose conseguenze.

Anna, anche lei di giovane età e di una bellezza straordinaria (che poi sarà la sua condanna), si ritrova a vivere in una delle campagne confinanti insieme alla sua famiglia.
A quei tempi i giovani, femmine o uomini non faceva differenza, erano merce rara, utili solo per soddisfare le esigenze carnali dei signori oppure per essere venduti come schiavi. Questo è il destino che riservano al fratello di Anna dopo che tutta la sua famiglia viene trucidata. A lei sarebbe toccata la stessa sorte ma grazie al suo temperamento forte riesce a fuggire senza però evitare di attraversare momenti bui.

“ …Man mano che avanzava nell’ignoto aumentava il suo stupore per quanto grande potesse sere il mondo e per quanto poco potesse essere abitato. Una fortuna, ma anche una disdetta, per una ragazza sola in fuga non si sa da chi e da cosa”.

Questo è il primo romanzo di una trilogia che ci mette di fronte ad un periodo storico poco noto a cui spesso viene guardato con superficialità. Viene chiamato il “secolo di ferro”, dove ferro è sinonimo di barbaro. È il periodo in cui l’Italia viene dilaniata da lotte interne, dove si fa guerra per un pezzo di pane tanto è la miseria. Inoltre, qui ci viene descritta bene la corruzione di Roma dove gli uomini, sia politici che religiosi non si fanno nessun tipo di scrupolo.

È una testimonianza davvero affascinante perché ci fa rivivere in quel periodo con la loro cultura, anche se rozza e villana  più da parte dei signori che dei contadini stessi, ma che difficilmente ci è stato raccontato così vivamente ed in modo dettagliato, mettendoci realmente di fronte agli avvenimenti di quel tempo.

È una lettura adatta a chi ama la storia ed a chi voglia approfondire questi anni in particolare, molto riflessivo sia per la questione della donna, che nasceva un po’ per sfortuna e dove era meglio sparire, e sia per renderci conto di cosa sia in verità la miseria, descrivendo bene il vero volto della fame. Tutto questo lo vediamo attraverso gli occhi di Anna e delle sue vicissitudini nel tentativo di giungere a Roma per liberare il fratello dalla schiavitù. Lei rappresenta la scala sociale più bassa, il mondo dei popolani, quella degli inetti dove tutta quella gente non conta nulla e ancor meno le donne che sono solo merce per gli uomini.

Nonostante il linguaggio usato,  l’italiano corretto che sicuramente non era uso di quel tempo, I giorni del ferro e del sangue, si rivela essere un bel romanzo storico che si sofferma su molti aspetti rappresentando il degrado di quel periodo storico ma che in fondo è stata esso stesso necessario affinché si potesse formare la successiva civiltà.

“…Sono tempi difficili, figlia mia… tempi in cui il demonio sembra tornare alla carica per seminare il suo veleno dappertutto.»
«La gente è cattiva, laida…»
«I buoni costumi e la morale si son persi per strada. Perfino noi servi di Dio ci siamo macchiati di gravi colpe e responsabilità nel non saper educare, aiutare, dirigere. Sono costernato, ma è così…»
«Vedo solo miseria e disperazione in giro. Ferro e sangue.»
Il monaco annuì gravemente. «La miseria è figlia primogenita dell’ingiustizia. E l’ingiustizia dilaga quando non c’è legge”.

Non mi resta che augurarvi buona lettura ed attendere il secondo volume! 🙂

Nancy (Recensionista Sognare).


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